Pubblicato il 18/02/2025

Settimana di inversione termica, ma si intravvede il ritorno del flusso atlantico dal 24-25 febbraio

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Previsioni per il 19/02/2025

TENDENZA METEO 17-25 FEBBRAIO 2025

Febbraio non sembra volerci riservare particolari configurazioni invernali. Questo lo abbiamo capito ormai da alcuni giorni e anche nei prossimi il leit motif continuerà sulla falsa riga di quello osservato nei giorni scorsi. L’inversione termica dominerà la scena, alimentata a tratti da sbuffi più freddi da est: il prossimo sembra essere atteso nella giornata di martedì 18, con un deciso calo dello zero termico fin verso i 5-700 m in Pianura Padana entro la sera, quando l’aria più fredda riuscirà ad incunearsi anche nelle valli alpine meno accessibili sotto forma di un lenzuolo di nubi basse.

Sarà solamente una panacea temporanea, perchè già da mercoledì in quota le temperature torneranno a salire sotto l’alito dell’alta pressione appena a ovest dell’arco alpino, la quale favorirà una risalita dello zero termico diurno fino a 2800-3000 m giovedì, probabilmente la giornata più mite. Il copione quindi sarà sempre il solito: freddo umido in pianura con cielo grigio, mite in montagna con bassi tassi di umidità e clima più godibile, anche grazie a temperature fuori stagione.

Tutta la settimana in corso sembra essere destinata a trascorrere con questi scenari, ma da sabato qualcosa potrebbe cominciare a cambiare sullo scacchiere Europeo, in quanto l’alta pressione tenderà a lasciar passare da nord sbuffi umidi via via più consistenti. La prima perturbazione potrebbe giungere proprio tra sabato e domenica, anche se ad oggi sembrerebbe più un fronte nuvoloso sterile, senza particolari precipitazioni, ma quanto meno sarebbe in grado di favorire un generale calo delle temperature in quota. Il bello potrebbe venire dopo:

A partire dal 24-25 febbraio infatti, i modelli mostrano la possibilità di un vivace flusso atlantico in scorrimento da ovest verso est a nord delle Alpi, dunque precipitazioni ancora una nuova in grado di premiare le aree confinali, mentre altrove rimane ancora un grande punto di domanda. Ad oggi è inutile fasciarsi la testa in anticipo, ma di certo se il flusso prevalente in quota dovrebbe spirare effettivamente da ovest/nord-ovest, le conseguenze sarebbero quelle che ormai sperimentiamo da alcuni inverni a questa parte: piogge e nevicate copiose sulla Valle d’Aosta, in parte anche su alto Verbano e in misura minore sull’alta Val Susa, mentre altrove nulla di fatto con venti di foehn. Siamo quasi a fine febbraio e su alcune zone delle Alpi Cuneesi e Torinesi la somma di tutte le nevicate dell’inverno 2024-2025 a 1500/2000 m non raggiunge il mezzo metro. Credo questo basti a farvi capire la drammaticità della situazione su alcuni comparti alpini, a fine inverno.

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